lunedì 19 ottobre 2015

ABBECEDARIO CULINARIO MONDIALE: S di Suva



Mi ritrovo al mio turno nell'Abbecedario culinario mondiale, e ospito la ciurma a Suva,nelle splendide isole Fiji che per ora rimangono solo un sogno quasi irrealizzabile fra i miei tantissimi sogni di viaggi, ma mai dire mai.
Da brava disordinata inconcludente arraffazzonata e piena di impegni più o meno seri,in questo lungo periodo di assenza ho tanto cucinato ma mai postato ricette. Ritorno, promettendo a me stessa di dedicare al blog e al progetto più tempo e attenzioni.
 Dunque...Suva, la capitale delle splendide isole Fiji, situata nell'isola di Viti Levu, è uno dei centri più popolosi del Pacifico meridionale, tolte Australia e Nuova Zelanda. Devo confessare che non ne sapevo nulla, a parte qualche foto da poster che mi è capitata sott'occhio nel corso della vita.




Scopro che i fijiani vivono fuori dal tempo, o meglio con dei ritmi avulsi dalla frenesia moderna.
 Scopro che bisogna in ogni ambito rassegnarsi a lunghe attese, quando si è là, attese che cozzano con i nostri ritmi da società evoluta e meccanizzata che tanto stress ci provocano.
Penso a quante volte nella vita sono incappata in realtà dai ritmi ben più umani del nostro, riflettendo su quanto possa risultare ridicola per altre culture la notra frenesia da formiche impazzite.
 I fijiani sono isolani, popolo di mare, vivono cullati dall'acqua e la loro bevanda per le cerimonie di benvenuto è la Kava, la quale dà un certo senso di stordimento portando il visitatore ad un livello di rilassatezza che meglio si sposa con il famigerato Fijian Time, il fuso orario fijiano.
L'arcipelago delle Fiji conta 330 e più isole vulcaniche sparse su un'area di quasi 20mila chilometri. Il nome fiji non è originario del luogo, ma arrivò da Tonga, importato dal famoso capitano James Cook, proprio lui. Il popolo Fijiano,spesso citato nei libri di antropologia dei miei studi universitari per essere guerriero, cannibale e appassionato per la musica, ora è cordiale, sorridente e ben disposto verso i turisti.
 La cucina pesca idee dal circondario, India compresa,( Si dice che nella cucina tradizionale fijiana praticamente non si frigge. Stranezze!)e ha molteplici rimandi a tecniche di preparazione del cibo primitive, lente e salutari.





Per questo motivo soprattutto ho scelto di cominciare il mio viaggio con una ricetta che mi riporta a cotture e ingredienti dal gusto tribale, la quale però ha un tocco di moderno, nel senso peggiore del termine, perchè presenta fra gli ingredienti una scatoletta. AAAAARGH! una scatoletta e Santa Parmigiana: la strana coppia. Dato che il connubio risulta davvero improbabile, ve ne spiegherò i motivi.
 Ho preparato il PALUSAMI, piatto che dopo attenta ricerca (ma non troppo, nel mio stile), si è rivelato ai miei occhi come discretamente originale, in un panorama culinario che tanto somiglia a quello delle isole Samoa, zona che conosco già meglio poichè nei suddetti studi universitari portai ad un esame lo splendido libro di Margareth Mead, "L'adolescente nella società primitiva", che appunto di Samoa parlava.
 Ma evito di dilungarmi sui tempi andati e torno alla mia scatoletta, che nello specifico è manzo in scatola. Perchè il manzo in scatola? Perchè la carne oggigiorno non è facilmente reperibile nelle Fiji e soprattutto è molto costosa. La carne in scatola è economica, si conserva a lungo ed è sempre pronta all'uso. Non mi piaceva snaturare una ricetta così, senza chiedere permesso, quindi corned beef e buonanotte. Per il montone in lattina, là molto usato, niente da fare. Quindi manzo sia. Inutile credo dirvi che questa esperienza mi ha già fatto comprare un taglio di manzo per produrmi il corned beef in casa. Sono quindi la solita Santa di sempre.
 Domandandomi se i primi Palusami erano fatti con carne umana anzichè scatolette, e accantonando questo pensiero mentre mi dico che son proprio fessa, mi appresto a illustrarvi la ricetta.
 Avendo avuto qualche difficoltà a reperire le foglie di Taro fresche, confesso che qualche modifica l'ho apportata, usando foglie di taro secche e impacchettando il tutto con foglie di banano che invece per imperscrutabili vie del destino avevo nel mio frigo, e che mi sembravano discretamente suggestive e anche adatte al contesto.
Non avendo un giardino in cui scavare una buca per sperimentare la tradizionale cottura sotto tera, mi son dovuta accontentare del forno casalingo. Non me ne abbiano i gentili Fijiani.

                                                                                        Il mio PALUSAMI

 


MI occorre:
 - due spicchi d'aglio
-una manciata di pomodorini
-una lattina di latte di cocco
 -una busta di foglie di taro secche o, per i più fortunati, una manciata di foglie di taro fresche( una dozzina, valà)
 -una cipolla dorata piccola
-una lattina di corned beef (manzo in scatola)
 -una foglia di banano (ok, vi metto in difficoltà)
-sale e pepe
 -un'opzionalissima radice di Cassava (manioca, la chiamano così)da lessare come contorno, o radici di taro idem come sopra, per stare in tema
-un foglio di alluminio per impacchettare



Quindi! Con due o tre ciotoline a disposizione, apro la mia lattina di carne, che ha una di quelle vecchie chiavette per aprirla srotolandola: mi sta già simpatica. Trito grossolanamente il contenuto e lo metto in una ciotola con aglio spremuto e un po' di sale.Aggiungo una metà scarsa del latte di cocco e creo una crema sostanziosa, che si possa manipolare, insomma. In un'altra ciotola metto a bagno le foglie di taro secche, queste sconosciute. Nella terza ciotola metto cipolla e pomodorini tritati finemente. Il gioco delle tre ciotole, insomma.


 

Poi, stendo un foglio di alluminio e ci sdraio sopra la mia splendida foglia di banano.
 Strizzo con le mani una manciata di foglie di taro per eliminare l'acqua e creo una base quadrata (in caso di foglie fresche, i signori sono pregati di stenderle a incrocio in modo da formare un cestino. Aiutarsi usando una ciotola come supporto risulterà utile).
Stendo sul quadato di foglie di taro dell'impasto di carne e cocco formando uno strato di un po' più di un centimetro di spessore, aggiungo una spolverata di cipolle e pomodorini mischiati fra loro,un pizzico di sale, continuo con il secondo strato.
Copro con altre foglie di taro, verso due o tre cucchiai di latte di cocco e chiudo il pacchetto a busta, sigillando il tutto con il foglio di alluminio.
 Così via fino ad esaurimento. 


(Così, con queste dosi, io di pacchetti ne ho fatti 3) Dopodichè, metto in forno caldo a 180/200 gradi per circa 45 minuti. Sforno, spacchetto e........ è una delizia gustosissima e profumata!!!! Che sorpresa! chissà se piacerebbe ai fijiani..... in casa scommettono di si.
 Alla prossima ricetta Fijiana!!!!!

Pubblico di seguito le ricette di chi mi accompagna in questo viaggio:

11 commenti:

  1. Grazie Silvia! Ora aspettiamo che tutte + 1 facciano le valigie e ti raggiungano presto a Suva con tante ricettine interessanti!

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  2. con 330 isole non ce ne sarà una piccola piccola per me... partirei subito, ma sola!!!
    Bella introduzione e interessante la ricetta... tra poco arrivo pure io!!! bacioni!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Ciao, ti lascio il link delle ricette che ho pubblicato per la tappa alle Fiji, sono dei dolci piuttosto british ma fijian style :-)
    http://lacucinadianisja.blogspot.it/2015/11/fijian-coconut-shortbread-e-fiji.html
    Grazie dell'ospitalità, a presto .....

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  5. ciao Silvia sono arrivata anch'io in queste bellissime isole con una salsa al cocco http://www.viaggiarecomemangiare.ifood.it/2015/11/fijian-coconut-chutney.html

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  6. eccomi, non potevo non venire proprio alle Fiji...
    http://zibaldoneculinario.blogspot.it/2015/11/haupia-budino-di-cocco.html
    grazie !!! bacio!

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  7. Beh...hai usato una scatoletta ma hai trovato le foglie di banano, a me è capitato di trovarle in alcune ricette ma le ho sempre sostituite...
    Eccoti il mio contributo:
    http://www.pinkopanino.blogspot.it/2015/11/baigan-chokha.html
    Post simpatco, la ricetta la farò quando troverò le foglie di banano!!!

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  8. ciao Silvia,
    doveva essere un drink di benvenuto, lo facciamo diventare di arrivederci :-)

    http://cindystarblog.blogspot.it/2015/11/bula-talei-drink-esotico-delle-isole.html

    grazie per l'ospitalità!

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  9. Eccomi qui con una ricetta che utilizza la zucca (ne vedo un bel po' nella foto del mercato):
    http://www.pulcetta.com/2015/11/recipe-pumpkin-parsnip-curry-zucca-pastinaca.html

    Grazie per l'ospitalita'. Mi piacerebbe adesso potermi tuffare in acqua e fare un po' di snorkeling.

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  10. Grazie Silvia per averci ospitati, ti aspetto in Tunisia!!

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